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Cheratoplastica

Il trapianto di cornea (o cheratoplastica) consiste nella sostituzione della cornea del ricevente, affetta da patologia, con una cornea sana del donatore. L’obiettivo del trapianto può essere quello di migliorare la visione del paziente (cheratoplastica ottica), preservare la struttura della cornea danneggiata (cheratoplastica tettonica) o curare un’infezione corneale sostituendone il tessuto infetto (cheratoplastica terapeutica).

Esistono diversi tipi di cheratoplastica a seconda che la cornea del paziente venga sostituita a tutto spessore (Cheratoplastica Perforante) o parzialmente (Cheratoplastica Lamellare).

Cheratoplastica Perforante (PK): Consiste nella sostituzione a tutto spessore della porzione centrale della cornea affetta con una cornea donatrice sana. La cornea del donatore viene suturata al letto del ricevente con una sutura in Nylon 10.0. E’ indicata nelle opacità corneali a tutto spessore, in casi di perforazione corneale e nelle cheratiti infettive gravi con scarsa risposta alla terapia medica.

Cheratoplastiche Lamellari: consistono nella sostituzione di alcuni strati corneali della cornea ricevente con i corrispondenti strati della cornea donatrice. Esse si suddividono in base allo strato da sostituire in anteriori e posteriori.

Tra le cheratoplastiche lamellari anteriori, la più frequentemente utilizzata è la cheratoplastica lamellare anteriore profonda (DALK). La procedura chirurgica prevede la rimozione dello stroma corneale fino alla membrana più interna (Membrana di Descemet) e la sostituzione dello stesso con la cornea donatrice. E’ il trattamento chirurgico di scelta per la maggiorparte delle malattie corneali dove l’endotelio è sano, come per esempio il cheratocono, le cicatrici corneali e le distrofie stromali. I vantaggi di questa procedura rispetto alla cheratoplastica perforante sono legati alla riduzione del rischio di rigetto e maggiore sopravvivenza del lembo trapiantato, grazie alla conservazione dell’endotelio del ricevente. Inoltre, la cicatrice della cheratoplastica lamellare anteriore è resistente a traumatismi.

Le cheratoplastiche lamellari posteriori sono indicate nei casi in cui la funzione di pompa dell’endotelio, che favorisce la rimozione di acqua dallo stroma corneale, viene alterata, portando a una progressiva perdita della trasparenza. Tra queste patologie, la più frequente è la distrofia endoteliale di Fuchs. Le due tecniche di cheratoplastica posteriore sono la DSAEK (Descemet Stripping Automated Endothelial Keratoplasty) e la DMEK (Descemet Membrane Endothelial Keratoplasty). Le tecniche si distinguono per lo spessore della lamella trapiantata: nella DSAEK comprende oltre al complesso Descemet-Endotelio anche uno strato sottile di stroma. I vantaggi di queste tecniche rispetto alla PK sono il rapido recupero funzionale, una ridotta incidenza di complicanze intraoperatorie severe, ed  una modifica minima dell’astigmatismo corneale. Queste tecniche prevedono l’iniezione di aria o gas all’interno della camera anteriore per favorire l’adesione del lembo. In circa il 10-20 % dei casi può essere necessaria un’ulteriore iniezione di aria per garantire la corretta adesione del lembo.